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MILANO TRA LE DUE GUERRE. ALLA SCOPERTA DELLA CITTA' DEI NAVIGLI ATTRAVERSO LE FOTOGRAFIE DI ARNALDO CHIERICHETTI.

 

La mostra racconta il volto della città nel periodo compreso tra le due guerre, mettendo in scena alcuni aspetti chiave dei mutamenti subiti in quegli anni cruciali.

 

Il percorso espositivo si articola in 9 sezioni e consta di circa 150 fotografie in bianco e nero scelte all'interno dell'Archivio fotografico Arnaldo Chierichetti, gelosamente custodito fino ai giorni nostri dalla cura amorevole della figlia Elda.

 

Ampie documentazioni fotografiche racconteranno la storia dei navigli e la copertura della fine degli anni '20, in virtù di uno scellerato piano regolatore che privilegiò la funzionalità alla bellezza e alla tradizione, cancellando in un sol colpo quella connotazione di civiltà acquatica che aveva caratterizzato Milano per almeno otto secoli.

La demolizione del Bottonuto - il quartiere medievale situato a ridosso di piazza Duomo, in quell'area che oggi possiamo approssimativamente identificare con l'isolato a sud di Piazza Diaz – modificò in modo irreversibile il cuore di Milano, lasciando il posto alla modernizzazione e alle speculazioni immobiliari che hanno caratterizzato in modo drastico il rapporto della città con la sua storia, con il suo passato, indicando una strada che di lì a poco sarebbe diventata il modello dell'intero sviluppo urbanistico...

 

Quello che ci si ripropone è di portare l'attenzione su un periodo chiave della nostra storia, evidenziando come le scelte di amministratori che potremmo eufemisticamente definire “poco accorti” cancellarono per sempre secoli di storia cittadina che si erano depositati nel reticolo delle strade, nei nomi delle vie e nelle architetture dei palazzi. La coperture del Naviglio rappresenta da questo punto di vista forse il caso più clamoroso di miopia urbanistica, ma di certo non l'unico nella travagliata storia meneghina.

 

Una sezione importante sarà inoltre dedicata alla figura di Arnaldo Chierichetti, imprenditore, fotografo e animatore della vita cittadina. Il suo modo di impersonare i diversi ruoli, l'imprenditore-artigiano, il padre di famiglia, il fotografo dilettante e l'appassionato cultore della città, ci restituisce l'immagine che è quasi  l'archetipo stesso del milanese. 

 

L'enorme valore documentale e storico del patrimonio fotografico arrivato fino a noi è forse il lascito più tangibile ma non di certo l'unico.

 

La mostra vuole dunque essere l'occasione per offrire tanto uno spunto di riflessione sul futuro di Milano quanto un tributo alla sua bellezza documentata dagli occhi di un fotografo d'eccezione.

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